Il Mugello è stata terra di mezzadria, un contratto agricolo che si diffuse a partire dal Basso Medioevo in varie parti d’Europa, e che in Italia interessò in maniera particolare le regioni centrali delle Marche, del’Umbria e della Toscana.

Formalmente la mezzadria è un contratto di colonia parziaria dove il proprietario territorio immette un capitale composto dal terreno poderale, da una o più abitazioni, dal bestiame da lavoro e dagli attrezzi principali, mentre il colono immette il lavoro di tutta la sua famiglia e gli attrezzi minori. I due contraenti si dividono poi tutti i prodotti del podere e le spese di conduzione.

La mezzadria in tal senso assicurava al proprietario prodotti alimentari ed un buon reddito, oltre al prestigio sociale ed una notevole padronanza su uomini e terre. Ai contadini invece assicurava una vita dignitosa e un’abitazione.

Di fatto la mezzadria costituiva un sistema di regole, di valori, di comportamenti, di gerarchie che pervadeva e condizionava ogni aspetto della vita; non solo dei mezzadri ma di tutta la società, della quale, peraltro, i contadini erano la componente assolutamente maggioritaria.

Nel diritto italiano, la mezzadria, è stata regolata dagli Art. 2141 e ss. del codice civile, ed è stata abolita il 15 settembre 1964, con una legge, la n. 756, che vietava la stipula di nuovi contratti mezzadrili dal 23 settembre 1974.

Si aprì così una fase transitoria durata diversi anni, e solo con la legge n. 203 del 3 maggio 1982, si arrivò alla conversione dei contratti di mezzadria ancora esistenti in contratti di affitto al coltivatore.