Descrizione Progetto
La necessità di essere il più possibile autosufficienti faceva sì che le famiglie contadine dovessero ricorrere anche ai lavori di tipo artigianale per provvedersi di oggetti necessari, risparmiare sulle spese e, talvolta, riscuotere qualche soldo.Tali lavori potevano essere la riparazione l’immanicatura di attrezzi, la fabbricazione di ceste da frutta e da bucato, di sedie, di canestre; il rivestimento di damigiane e fiaschi. Materia prima indispensabile era il legno, raccolto nei campi o nel bosco, ovviamente con il permesso del padrone o del fattore. Stecche flessibili dai polloni di castagno, i salici (vinchi), erbe palustri (sala) per la treccia da sedie, virgulti e legno ricavato dalla potatura degli olivi erano i materiali di uso più frequente.
Tra i lavori più impegnativi vi era la costruzione delle madie (di solito in legno di castagno), quella degli aratri (“scolpiti” nel legno di quercia), di stanghe e stegole (di acacia), delle ceste da foraggio e di quegli autentici capolavori che erano i frulloni (turbine in legno di quercia) degli antichi mulini.
Non pochi contadini erano anche abilissimi artigiani, così come, del resto, diversi artigiani coltivavano la terra, in una comunanza di esperienza, di ingegnosità, di cultura, che era una delle caratteristiche del vecchio mondo rurale.
Se è vero che in ambiente mezzadrile la mancanza di tempi morti ha limitato molto lo sviluppo di tecniche decorative, è ancor più vero che la severità e la funzionalità degli oggetti qui costruiti conferisce ad essi la concreta bellezza e l’eleganza formale delle cose essenziali, fatte con la capacità e il gusto di fare le cose bene.
Alcune fra le professioni artigianali di cui è possibile osservare gli attrezzi del mestiere in questa stanza sono quelle del muratore spaccapietre, del fabbro, del calzolaio, del bigonaio, del falegname e carradore.